Anche nel 21° secolo i francobolli sono ancora in alta frequenza e, nonostante la piena diffusione della posta elettronica e i tanti tipi di messaggistica che ormai dominano il lavoro e la vita di tutti i giorni, rimane un oggetto fondamentale della carta di comunicazione.
Pochi anni dopo la sua creazione, il francobollo acquisì le caratteristiche uniche che lo rendono unico ancora oggi, come la perforazione, la denominazione, il paese di origine e le dimensioni standardizzate, presumibilmente quando il penny fu introdotto per la prima volta a metà del XIX secolo. Nero, il primo formato di francobollo in assoluto che consente ai mittenti di lettere di “pagare anticipatamente” la “tassa di spedizione”. Da allora, i francobolli hanno notevolmente migliorato e migliorato la circolazione di lettere e pacchi, e in breve tempo sono diventati oggetti da collezione, lo status che detengono ancora oggi.
Molto prima dell’unità nazionale, il nostro paese adottò i francobolli troppo rapidamente, come dimostra il gran numero di tipi di francobolli stampati nello stato italiano ancora indipendente a metà del XIX secolo. Data la rarità di circolazione, sono questi gli esemplari più appetibili agli appassionati, come il francobollo Trinacria del 1860.
Questa fu una domanda formulata dall’allora nascente governo italiano, Vittorio Emanuele II e Garibaldi, che decisero di sviluppare una delle prime questioni per il regno, semplicemente rivedendo la questione del Regno delle Due Sicilie, cambiandone il colore e sostituirne una lettera con un’altra, precisamente T (Tornese) invece di G (Grana). Pochi di questi esemplari, realizzati dal 5 novembre 1860, arrivano ad oggi, anche perché questa forma di emissione è stata sostituita da un nuovo modello di francobollo, soprannominato la croce, realizzato poco dopo.
Il francobollo Trinacria è quindi anche di grande valore storico, poiché è stato realizzato in un contesto molto importante per il nostro Paese: il valore di questo esemplare non è inferiore a 10.000 euro.