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“Non comprare le case ad un euro!”: pazzesco, ecco il motivo

di Cinzia Arienzo

I cambiamenti sociali, politici ed economici sono spesso il risultato di crisi, che a loro volta sviluppano altri fenomeni, anche molto importanti. Il cosiddetto spopolamento, tecnicamente definito de-urbanizzazione, è motivato innanzitutto dalla speranza di migliori condizioni di vita​​​.

Il termine è solitamente associato ad alcune persone che hanno abbandonato piccole città e villaggi “spostandosi” per le città in un modo non troppo diverso da quello che è successo, ad esempio dopo la seconda guerra mondiale con il miglioramento dello stato dell’economia del paese. L’iniziativa di successo nota come la casa da un euro è una delle “conseguenze” di questa dinamica.

L’idea di acquistare una casa in un borgo incantevole per un simbolico euro è affascinante ed è diventata una realtà tangibile da un decennio: il fenomeno dello spopolamento fa parte della storia della civiltà umana, più o meno regolarmente, in coincidenza con i tempi di crisi, facendo sì che la maggior parte della popolazione dei piccoli centri lasci paesi e paesini. La prima iniziativa per attirare acquirenti di case fatiscenti e disabitate fu avviata dal comune siciliano di Salemi, considerato uno dei borghi più belli della penisola, gestito all’epoca da Vittorio Sgarbi.

Iniziative intraprese

Salemi è stato un “pioniere”, ma poi molte città fuori e intorno all’isola hanno messo in atto iniziative simili: il governo ha offerto un prezzo simbolico agli acquirenti che dovevano essere italiani o stranieri con permesso di soggiorno, nonché ai turisti con finalità turistiche previsti dal organizzazione. Questo ha consentito a molte città italiane (ma non solo, Taranto, ad esempio, recentemente ha offerto diverse case inutilizzate) un modesto reinsediamento demografico, dando al contempo agli interessati la specifica possibilità di abitare in zone caratteristiche o successivamente rivendere la casa.

Una casa per un euro: ecco il rischio di comprarne una

Tuttavia, va ricordato che ogni ente locale impone uno status quo specifico, come quello della “burocrazia”, ​​ovvero tutte le varie spese notarili, di trasferta e di accatastamento che sono a carico dell’acquirente in relazione all’acquisto che solitamente deve essere adempiuto in mesi dopo l’acquisto. Inoltre, l’acquirente deve acquistare una polizza di garanzia di diverse migliaia di euro fino a 3 anni, anche se successivamente rimborsata.

Non tutte le gare d’appalto consentono la vendita della casa, anche dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione e, in alcuni casi, la casa deve essere utilizzata per un determinato periodo di tempo.

Il segreto non è “saltare dentro”, ma valutare attentamente ogni situazione.

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