L’anno inizia con un “boccone amaro” da digerire dal punto di vista fiscale. I problemi causati dalla situazione economica instabile, resa più difficile da gestire a causa dell’impatto post-pandemia, hanno indubbiamente avuto un impatto negativo sulla crescita in tutti i paesi europei più colpiti dall’epidemia.
L’attuale amministratore delegato, Mario Draghi, diventato presidente del Consiglio dopo la caduta del secondo governo Conte all’inizio del 2021, ha inasprito i controlli fiscali in tutto il Paese, dato che la legge di bilancio apporterà alcune modifiche per consentire al Paese di continuare il seppur ridicolo crescita economica, per la prima volta dopo il 2020, i trasgressori, siano essi semplici cittadini o aziende, dovranno inevitabilmente adattarsi ai tempi. L’evasione fiscale è un problema che affligge tutti i governi esistenti, ma è presente soprattutto quando le condizioni ne favoriscono il proliferare.
Ecco cosa sta succedendo
Il governo Draghi considera le guerre del denaro troppo “aggressive”, ma in realtà l’ultimo esecutivo sta semplicemente proseguendo un percorso già seguito dai precedenti governi e dal resto d’Europa: il flusso di liquidità monetaria è spesso contingente. Il sostegno “contro” alla monetica (non è un caso che gli attuali dirigenti abbiano sviluppato dei bonus ATM) fa sì che vi sia una maggiore necessità di tracciabilità dei flussi di denaro.
Dal 1° gennaio 2022 il nuovo limite di cassa sarà fissato a 999,99 euro, abbassando ulteriormente la soglia attualmente fissata di 1999,99 euro, che non può superare i 10.000 euro al mese. In caso contrario, qualsiasi “movimento” di denaro dovrebbe essere giustificato con una sanzione di diverse migliaia di euro.