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Conto in banca, cosa succede se supero i €5000? Attenzione

di Cinzia Arienzo

Oggi si parla spesso di conti correnti a costo zero, ovvero conti correnti totalmente gratuiti o quasi gratuiti presso le banche: non paghi canoni mensili, non paghi bonifici o prelievi di contante dagli sportelli bancomat, insomma, non paghi t pagare per le operazioni più comuni. In pratica non sempre le commissioni sono assenti a tutti gli effetti; le banche inseriscono spesso – soprattutto quando i tassi di interesse sono molto bassi – costi nascosti o commissioni, ad esempio se un prelievo comporta contanti al di sotto di un certo importo o un trasferimento all’estero. Ma dobbiamo anche tenere conto delle spese legali come tasse e bolli, in particolare le tasse di conto corrente superiori a 5.000 euro. Ma  i conti correnti e i libretti di risparmio non sono in realtà esenti da imposta (salvo, ovviamente, le imposte sul reddito o sugli immobili).

Le imposte sui conti correnti sono sostanzialmente di due tipi: imposta di bollo e ritenuta d’acconto sugli interessi maturati e imposta di bollo sui depositi titoli che possono essere associati al conto corrente come servizio aggiuntivo.

L’imposta di conto corrente in questione superiore a 5.000 euro è proprio l’imposta relativa all’imposta di bollo, che ha un importo fisso ed è dovuta solo per avere un conto corrente intestato a una persona fisica. A differenza di chi ha più soldi sul conto, chi ha un saldo medio annuo inferiore a 5.000 euro è esente dall’imposta di bollo. Vediamo quali cifre di seguito sono gli importi dell’imposta di bollo di cui stiamo parlando e se va bene non pagarla a determinate condizioni.

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Imposta sugli interessi

Le banche riconoscono l’imposta sugli interessi attivi sulle rimanenze, ovvero i fondi depositati sul conto corrente. Diciamo ritenuta d’acconto perché viene riscossa direttamente dalla banca in qualità di agente della ritenuta d’acconto, che poi paga l’imposta allo Stato per conto dell’intestatario del conto. Questo tasso è del 26% e si applica all’interesse totale ricevuto sull’inventario. In pratica ci saranno interessi lordi senza ritenuta d’acconto e interessi netti con ritenuta d’acconto. Ad esempio, se il conto corrente riconosce un margine lordo del 2%, il suo margine netto cambierà all’1,48%. Ciò significa che su 2.000 euro nel conto per un trimestre, l’interesse totale è di 10 euro, ma in realtà il titolare del conto riceverà solo 7,40 euro perché dagli interessi verrà detratta una ritenuta d’acconto di 2,60 euro.

Imposta di bollo

L’imposta di bollo per i clienti consumatori è di 34,20 euro all’anno: artigiani, piccoli imprenditori o altri conti aperti da imprese devono pagare 100 euro all’anno. Ma se sei un consumatore, fai attenzione al saldo medio del conto. Molto probabilmente può essere intesa come un’imposta sugli immobili, anche se è una misura fissa di tutti i saldi medi delle partite correnti, anche i più alti.
Come funziona l’imposta di bollo sul conto corrente?
Abbiamo già detto che l’imposta di bollo sul conto corrente è di 34,20 euro annui. In realtà, però, viene addebitato al momento dell’emissione dell’estratto conto, che può essere di uno o più anni, a seconda della frequenza con cui il cliente sceglie di inviarlo. Si ricorda che, per legge, gli estratti conto sono inviati con cadenza almeno annuale.

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