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“Il mio bonifico è stato segnalato”: ecco cosa devi fare subito

di Vincenzo Galletta

Il bonifico è una delle forme di pagamento/gestione del denaro via telematica più utilizzate in assoluto, e che nel corso degli ultimi decenni è stato più volte incentivato da parte dei governi e dallo stesso stato italiano. La motivazione è semplice: trattandosi di un modo di “spostare” il denaro completamente tracciabile e quindi facilmente tassabile, risulta essere di gran lunga preferibile ai contanti, sopratutto per quanto riguarda importi ingenti. Non è un caso infatti che non esistano veri e propri “limiti” in fatto di cifre quando si fa riferimento ai bonifici. Tuttavia è possibile patire problemi: il bonifico infatti può essere “segnalato”: cosa significa e cosa bisogna fare?

“Il mio bonifico è stato segnalato”: ecco cosa devi fare subito

Lo stato italiano infatti attraverso l’UIF (l’Unità di informazione finanziaria) effettua dei controlli periodici relative alle operazioni effettuate attraverso i circuiti bancari. La segnalazione “scatta” proprio da parte dell’UIF dietro una prima segnalazione da parte della banca, ed ha la funzione di scoprire e quindi “vederci” chiaro in merito a particolari situazioni legate ai bonifici.

L’importo minimo del bonifico bancario per cui scatta la segnalazione è di 5.000 euro, ciò significa che ogni bonifico che presenti importi pari o superiori a questa cifra se non opportunamente “segnalato”, e il titolare deve quindi fornire alla banca, che provvederà a renderlo noto all’UIF e quindi all’Agenzia delle entrate. “L’autore” del bonifico viene contattato ed “esortato” a spiegare dal punto di vista fiscale, attraverso la dichiarazione dei redditi, per evitare sanzioni ulteriori. In generale conviene sempre riempire la causale associata al bonifico così da dare un “primo indizio” agli organi competenti della natura dell’importo, magari conservando le ricevute ed altre forme di “prova” del bonifico.

Questi controlli risultano essere molto più “fitti” e stringenti rispetto al passato proprio per eludere un fenomeno tutt’ora molto frequente come il riciclaggio di denaro.

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