Non è un caso o una coincidenza che da sempre i bonifici bancari, uniti ad altre forme di pagamento elettronico risultino sempre maggiormente graditi per gli stati centrali rispetto ai contanti. La motivazione è semplicissima, ed è dettata dalla volontà sempre più spiccata e necessaria di “tenere conto” dei vari flussi di denaro, operazione molto difficile con il denaro liquido. I bonifici bancari oggi non sono più appannaggio dei correntisti, ma sono utilizzabili anche da chiunque possieda un IBAN (quindi anche i titolari di carte conto o prepagate di vario tipo ad esempio, ma anche chi è munito di libretti postali). Quali sono i limiti di importo relativi ai bonifici?
Regolamentazione più o meno stringente
Non esiste una vera e propria regolamentazione che certifica i limiti dei bonifici in relazione agli importi: in sostanza, essendo tracciabili sempre e comunque, Questa assenza di limiti relativi all’importo si applica per tutti quelli che “viaggiano” attraverso il circuito SEPA, che comprende la quasi totalità dei paesi europei, che hanno aderito all’omonima area di pagamenti.
Bonifici bancari, attenzione a non superare mai questo importo
Il discorso è diverso per qualsiasi forma di bonifico che si effettua ma che sopratutto si riceve da paesi al di fuori dell’area SEPA: in virtù del contrasto all’evasione e al riciclaggio di denaro infatti la Commissione Europea ha ordinato di effettuare maggiori controlli da parte dei singoli enti nazionali come l’UIF per controllare eventuali bonifici non dichiarati provenienti dai paesi al di fuori della sopracitata area. In generale i controlli sono più intensi rispetto al passato, ma in genere non risultano essere problematici se si ricevono importi inferiori ai 15 mila euro. Oltre questa forma lo Stato tende a “chiedere spiegazioni” sulla natura del bonifico, e lo stesso vale per bonifici per importi superiori a 5000 euro erogati dai paesi al di fuori della zona euro.