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Bonifici bancari, ecco quando scattano i controlli: “attenzione”

di Vincenzo Galletta

I bonifici bancari hanno subito una intensa e nuova importante diffusione a partire dalla digitalizzazione che ha “investito” anche il contesto economico e finanziario italiano, sopratutto con la diffusione degli smartphone. Questi oramai sono diventati dei veri e propri dispositivi tuttofare, al punto che le banche mirano a migliorare costantemente le proprie applicazioni così da incentivare l’home banking, ossia la gestione delle proprie finanze, bonifici inclusi, direttamente dallo smartphone e dal pc.

Bonifici bancari, ecco quando scattano i controlli: “attenzione”

Proprio con questa diffusione sono aumentati i controlli sui vari conti corrente, carte conto e carte prepagate. I controlli dell’agenzia delle entrate infatti servono per sventare possibili episodi di riciclaggio di denaro e lavoro nero, oltre alla già conosciuta evasione fiscale. Se è vero che non esistono limiti di denaro che è possibile avere sul proprio conto, non sono specificati da qualche regolamentazione particolare neanche i bonifici, se sviluppati all’interno dell’area SEPA.

Se provengono da paesi extra europei, l’Agenzia delle entrate prevede un maggiore controllo, e ogni bonifico di questo tipo, sopratutto se superiore a 15 mila euro deve essere opportunamente giustificati tramite una dichiarazione scritta e inseriti nella dichiarazione dei redditi. In generale bisogna specificare la causale di qualsiasi bonifico che superi i 5.000 euro, altrimenti l’UIF (l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, ossia l’ente adibito a gestire il controllo del riciclaggio di denaro) andrà a richiedere maggiori informazioni per comprendere la natura di questi bonifici, sopratutto se risultano effettuati con una cadenza regolare: questo dettaglio può effettivamente indicare una sorta passaggio di denaro che potrebbe essere indicativo in fatto di riciclaggio.

Dichiarare ogni bonifico è necessario così da poter “subire” un’adeguata tassazione, ma ci sono le eccezioni: non vanno dichiarati i rimborsi spese, le vincite legate alle scommesse (in quanto già tassate dallo stato), il denaro ottenuto tramite la vendita di beni, i risarcimenti per danno morale e le donazioni.

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