Gli italiani sono un popolo di (discreti) risparmiatori, anche se non costituiscono la popolazione con il primato in fatto di investimenti. Il concetto stesso pur essendo conosciutoo e radicato non è la “normalità” per la quasi totalità dei cittadini, pur avendo a disposizione varie forme di investimento a rischio limitato, sufficiente per evitare gli effetti della stagnazione e della famosa inflazione, che hanno in comune la capacità di far perdere potere d’acquisto dei nostri risparmi. Uno strumento conosciuto è rappresentato dai BTP, ossia il buono del tesoro poliennale.
Funzionamento
Si tratta di una forma di obbligazione vera e propria fornita direttamente dallo Stato italiano che permette un guadagno progressivo dei risparmi associati sul medio-lungo con cedola fissa posticipata pagata semestralmente, rappresentando un investimento a rischio relativamente basso. Questi sono determinati direttamente dal Ministero delle Finanze attraverso i decreti che determinano i tagli, gli importi ma anche la durata pluriennale che è di 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni.
E’ possibile acquistarli attraverso l’asta, che ha una scadenza limitata, anche se i risparmiatori privati possono avere accesso all’asta esclusivamente attraverso gli intermediari autorizzati, ma anche successivamente, seppur a condizioni meno convenienti. Le aste si svolgono nella maggior parte dei casi due volte al mese, ed possibile parteciparvi esclusivamente gli organi legati alla Banca d’Italia.
Quali sono i BTP più convenienti? Ecco la risposta: “attenzione”
Il funzionamento garantisce cedole periodiche fisse e quindi incassi regolari e predeterminati. Com’è logico, maggiore è la durata di un BTP, è minore è il rischio dell’investimento, quindi la logica fa ovviamente preferire di “coustodire” un BTP fino alla naturale scadenza. Anche il tasso di guadagno è determinato dalle fluttuazioni di borsa, quindi non è facile determinare quanto “frutterà” un determinato buono. Attualmente conviene puntare su quello legato alla scadenza decennale, che nel momento in cui scriviamo presentano un rendimento di poco superiore al 3,50 %.