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Quanto vale questa moneta con errore di conio? “Da non credere”

di Vincenzo Galletta

La numismatica è quasi sempre associata al collezionismo di monete, anche se letteralmente il termine sta ad indicare lo studio storico e scientifico di qualsiasi forma di moneta o banconota. Il denaro costituisce fin dalla sua prima applicazione diffusa un “terreno di studi” molto interessante, che ha portato alla nascita di numerosi appassionati. Sono in particolare le emissioni metalliche, che costituiscono la più antica forma di valuta standardizzata, ad essere particolarmente ambite e qualsiasi collezionista, anche uno alle prime armi, impara rapidamente a comprendere dove “gettare l’occhio” per comprendere il valore collezionistico e non solo di un esemplare. L’errore di conio ad esempio rappresenta una sorta di particolarità molto ambita ma che non ha lo stesso “significato” numismatico per tutte le monete.

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Cos’è un errore di conio? Come intuibile dal termine stesso, costituisce una emissione che presenta alcune irregolarità durante la produzione che portano alcuni esemplari (solitamente decisamente pochi rispetto alle tirature tradizionali perchè le zecche nazionali sono oramai molto scrupolose su eventuali errori) ad avere un aspetto leggermente diverso, ad esempio raffigurazioni diverse, parti mancanti delle stesse o anche errori strutturali come ad esempio simboli al contrario. L’errore di conio costituisce in “automatico” una rarità ma questo non corrisponde necessariamente ad un maggior valore.

Tuttavia alcuni errori di conio sono diventati celebri, anche se ad esempio la 500 lire Caravelle con le “bandiere al contrario” non è propriamente considerabile come tale in quanto la produzione diede l’ok alla prima raffigurazione per cambiare idea successivamente. Altri esempi più calzanti sono costituiti da emissioni molto comuni, come la 10 lire Spiga che nel 1991 è stata sviluppata in alcuni esemplari con un evidente errore di conio, riconoscibile dalla presenza del lato con il timone realizzato al rovescio. Questa emissione può valere da 40 euro fino a 150 euro a seconda delle condizioni.

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Altra valuta simile è rappresentata dalla 20 lire, in particolare una versione del 1970 che per errore presenta una P al posto della consueta R. Questo esemplare può valere fino a 120 euro.

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