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Pensione anticipata: ecco chi può richiederla e come. “Pazzesco”

di Vincenzo Galletta

Il tema welfare, e più nello specifico quello legato alla pensione è indubbiamente una priorità per le nazioni occidentali da oramai molti anni. Il nostro paese ancora più in particolare risulta essere particolarmente in difficoltà da questo punto di vista, a causa di una condizione demografica poco invidiabile in quanto la popolazione è da tempo in una forte decrescita ed a causa di un’età media sempre più elevata, anche l’età pensionabile non può che aumentare anno per anno. In sintesi, andare in pensione è sempre più complicato ed anche per questo motivo (ma non solo) l’argomento pensione anticipata risulta essere uno di quelli più spinosi in senso assoluto.

Pensione anticipata: ecco chi può richiederla e come. “Pazzesco”

L’ordinamento italiano prevede varie forme di pensionamento anticipato, alcune “fisse”, altre in fase di sperimentazione e che quindi sono soggette a modifiche, in alcuni casi anno per anno. E’ il caso di Quota 102, una formula di pensionamento anticipato molto discusso di tipo misto, che è stato approvato in via sperimentale durante il governo Conte I. Misto perchè permetteva di andare in pensione con un minimo di anni anagrafici e contributivi, nello specifico con 62 anni di età e almeno 38 di contributi. Questa forma non è stata confermata ed attualmente, fino a tutto il 2022, è stata sostituita dal Quota 102 che necessita di almeno 64 anni di età.

La principale forma di pensionamento anticipato resta tuttavia quella “tradizionale” che si basa esclusivamente sul calcolo contributivo: sono necessari in questo caso 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne di anni contributivi, quota che si riduce a “soli” 42 anni per i lavoratori precoci, ossia quelli che hanno cominciato a versare contributi prima dei 19 anni, ma anche i Caregiver o chi può dimostrare di possedere un’ invalidità pari o superiore al 74 per cento.

Opzione Donna permette invece di andare in pensione a 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome a fronte di un calcolo contributivo pari a 35 anni, anche se l’assegno risulta essere più basso rispetto alla pensione tradizionale. Bisogna anche calcolare il fattore “finestra” di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti o 18 mesi per le autonome, ossia il lasso di tempo che intercorre dalla richiesta accettata della pensione ed il primo assegno.

Ape Sociale è uno strumento che permette a specifiche categorie di andare in pensione all’età di 63 anni a fronte di un’annata contributiva “variabile” di 36, 32 o 30 anni: rientrano nella categoria i lavoratori di mestieri “usuranti” (ossia quelli che svolgono mansioni gravose), che hanno invalidità pari o superiore al 74 per cento ed i già citati Caregiver.

In tutti i casi la pensione può essere richiesta via telematica, utilizzando il portale INPS, oppure con l’ausilio di un Caf/Patronato.

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