Tema sempre molto discusso e criticato quello legato alla pensione: sono in molti, tra gli esperti e studiosi del sistema pensionistico a valutare una nazione in base al sistema di welfare, che da troppi anni purtroppo risulta essere uno dei “talloni di Achille” dello stato italiano. La pensione “lavorativa” è sostanzialmente il ritorno economico dei contributi versati dai cittadini dipendenti ed autonomi nel corso di buona parte della propria vita lavorativa, fattore non così scontato che deve scontrarsi anche con una serie di problematiche di difficile risoluzione, come l’età media sempre più alta che si ripercuote anche sulla possibilità più o meno concreta di uscire dal mondo del lavoro senza troppe limitazioni. In tal senso il ruolo della pensione anticipata è sempre più importante. Ma chi può andare in pensione anticipata nel 2022?
Pensione anticipata, chi può richiederla? Ecco la risposta
La risposta non è solo una, in quanto esistono varie metodologie che permettono ai cittadini di andare in pensione prima dell’età “standard”, che resta di 67 anni. Lo stato infatti mette a disposizione vari strumenti, alcuni molto conosciuti, altri ancora in fase “sperimentale”, e che molto probabilmente saranno esaminati, modificati o dismessi nella prossima riforma delle pensioni (concepita almeno concettualmente per il 2023).
La pensione anticipata “standard” prevede esclusivamente il calcolo di anni di contributi, e non l’età anagrafica: in sostanza ciò significa che può essere richiesta da qualunque cittadino con almeno 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne di anni contributivi. La quota si abbassa a “soli” 41 anni per categorie specifiche come gli invalidi con una percentuale minima del 74%, i Caregiver, i lavoratori precoci (ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi prima dei 19 anni d’età) ed i disoccupati.
Quota 102, una versione “riaggiustata” di Quota 102 è invece concepita sul calcolo misto, ossia prende in esame sia l’età anagrafica che contributiva: per poterne usufruire è necessaria un’età anagrafica minima di 64 anni e contributiva di 38. Questo sistema non presenta nessuna penalizzazione, ma importo dell’assegno più basso.
Ape Sociale è un altro strumento, per ora di stampo “sperimentale” che permette di anticipare la pensione per le categorie già accennate (Caregiver, invalidi, disoccupati, al quale va ad aggiungersi anche la categoria degli impiegati per le mansioni gravose), che possono utlizzarla per andare in pensione ad un’età minima di 63 anni ed un minimo contributivo variabile di 36, 32 o 30 anni.
Infine Opzione Donna permette alle lavoratrici autonome e dipendenti di chiedere la pensione anticipata a fronte di un’età di 58 anni (59 per le autonome) e 35 di contributi.