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Conto in banca, fate attenzione ai vostri risparmi: ecco come fregano

di Vincenzo Galletta

Culturalmente parlando siamo abituati a fare ricorso a strumenti “sicuri” per accumulare e tenere custoditi i nostri risparmi: il conto in banca rappresenta da oltre un secolo la normalità per la quasi totalità dei cittadini, indifferentemente dalla condizione economica, sopratutto negli ultimi decenni. Dall’avvento dei conti online infatti i costi di gestione si sono tendenzialmente ridotti e molti di quelli moderni non presentano alcun tipo di “canone” o qualsiasi forma di pagamento fisso. Tuttavia avere un conto in banca può portare anche diversi rischi, sopratutto quando ci interfacciamo a contesti “telematici”.

Conto in banca, fate attenzione ai vostri risparmi: ecco come fregano

Sempre più banche infatti sono portate a fare grande utilizzo dei servizi online, sopratutto per una questione pratica: al giorno d’oggi si effettuano sempre meno operazioni “esclusive” presso le filiali, mentre operazioni come bonifici, trasferimenti di denaro, estratto conto e saldo risultano spesso effettuati attraverso il proprio smartphone e personal computer.

Questo ha sicuramente favorito la gestione delle proprie finanze, ma ha anche aumentato il pericolo truffe, che è sempre dietro l’angolo: le truffe sono infatti sempre più difficili e “furbe” da scoprire al punto che anche utenti piuttosto scafati possono soffrire di furti di dati.

In particolar modo questo avviene attraverso la tecnica del phishing, ossia la strategia che porta l’utente stesso a permettere ai truffatori di conoscere i propri dati, dando quindi la possibilità di accedere anche ai risparmi, seppur in maniera inconsapevole: il phishing infatti opera attraverso l’inganno, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale, solitamente con email, sms e comunicazioni che hanno l’aspetto di comunicazioni bancarie e che solitamente contengono un messaggio dalle connotazioni “allarmanti” (problemi sul conto, problematiche legate alla sicurezza, e qualsiasi altra “scusa” per portare l’utente a seguire l’indirizzo presente nel corpo del messaggio), con l’unico intento di “spianare la strada” ai malintenzionati.

Spesso infatti questi link portano a siti che hanno l’aspetto di quelli bancari, pronti ad accogliere i nostri dati.

Per difendersi basta cestinare o ignorare ogni forma di messaggio e comunicazione che evidenzia la necessità di un controllo, anche se reca intestazioni di istituti di credito e Uffici Postali realmente esistenti: queste entità infatti non fanno assolutamente ricorso a messaggi di questo tipo per evidenziare problematiche.

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