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Conto in banca, fate attenzione ai vostri risparmi: ecco perché

di Vincenzo Galletta

Il conto in banca costituisce il principale strumento di “conservazione” del nostro denaro, nonchè la principale alternativa nel custodire fisicamente i propri risparmi, molto diffuso da decenni e oggi anche decisamente semplice da gestire, in quanto il contesto attuale è oramai dominato dalle banche online, che fanno un largo uso di strumenti home banking. Come ogni strumento bancario, anche il conto ha le proprie condizioni da seguire e anche se molti presentano costi risibili, non sempre è conveniente lasciare a cuor leggero i nostri risparmi sul conto. Perchè?

Conto in banca, fate attenzione ai vostri risparmi: ecco perché

Le motivazioni sono parecchie, in primis legate ad una questione di investimento. Mantenere il denaro, specie se è costituito da una somma considerevole non fa altro che peggiorare il potere d’acquisto, soprattutto in questo contesto specifico, dominato dall’inflazione.

La “stagnazione”, ossia il fenomeno che si manifesta quando il denaro non è portato ad alcuna azione di investimento fa calare anche di molto nel corso degli anni il potere d’acquisto dei nostri risparmi, e se questi sono costituiti da somme considerevoli, risulta essere più conveniente fare ricorso ad altri strumenti per far “fruttare” un reddito associato, come un conto deposito, un libretto postale o bancario. Il normale conto in banca infatti non garantisce interessi, quindi ciò che abbiamo versato nel corso degli anni sarà portato a “valere di meno” a distanza di tempo.

Poi c’è il fattore stabilità della banca, in quanto anche se i paesi che costituiscono la zona Euro offrono diverse garanzie, come determinato dal FITD, fondo interbancario di tutela dei depositi, che protegge eventuali fallimenti bancari e i risparmi relativi fino a importi pari a 100.000.

Mantenere i soldi sul conto li espone anche ad eventuali costi (come l’imposta di bollo, pari a 34,20 euro all’anno per le persone fisiche, e 100 euro per le imprese), ma espone anche al rischio “trattenute” pignoramento.

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