Quando possibile anche i cittadini italiani sono più che discretamente votati al risparmio, anche nel concetto più “puro”, che prevede il “mettere soldi da parte”. Un tempo il sistema più utilizzato era la semplice “conservazione” del denaro in luoghi sicuri, ma nel corso dei decenni con l’affermazione di strumenti come il conto in banca, che rappreesenta il principale strumento di gestione dei propri risparmi. Ma quali sono i pro e sopratutto i contro?
Strumenti finanziari
Avere un conto in banca oggi è sensibilmente più semplice e in molti casi più conveniente rispetto al passato, soprattutto a causa dell’affermazione dell’home banking, che rende molto più facile avere accesso “virtuale” ai propri soldi, senza dover effettivamente recarsi in filiale anche solo per le operazioni basilari. Il conto è stato affiancato da altre forme di strumenti dal funzionamento simile, come le prepagate (che però presentano spesso minori funzionalità). Nel nostro paese i conti sono tendenzialmente sicuri, anche perchè il fondo interbancario internazionale offre una sorta di “protezione” anche in caso si disinnesti bancari che possono essere causati dal fallimento dell’istituto bancario per importi fino a 100.000 euro.
Conto in banca, occhio ai risparmi: ecco quali rischi correte
Quali sono gli altri “rischi” concreti nel tenere soldi sul proprio conto? Sopratutto quello legato alla dinamica dell’inflazione, che agisce in maniera spiccata sopratutto se il denaro non viene movimentato ed investito. Il termine infatti definisce la graduale perdita di valore del denaro, e il tradizionale calcolo dei rendimenti sulla liquidità risultano negativi in questi ultimi mesi, così il rischio di vedere ridotto il potere d’acquisto dei propri risparmi è sensibilmente alto. Se si dispongono di cifre considerevoli o anche discrete è meglio optare per un libretto di risparmio o un conto deposito, che fa “fruttare” in modo più efficace il proprio denaro, oppure investire sui titoli di stato, come i BTP.