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Ecco il libretto postale che vale €300.000: “da non credere”

di Vincenzo Galletta

Il concetto di “risparmio” presso la cittadinanza italiana è piuttosto antico, ed ha iniziato a svilupparsi con l’ideale di società simile a come la intendiamo oggigiorno, e non a caso le prime forme di conti correnti ma anche di libretto postale sono state concepite proprio a partire dalla metà del 19° secolo, da parte del “neonato” Regno d’Italia. Il libretto postale fa parte di quello che oggi viene definito risparmio postale, ossia una serie di strumenti concepiti specificamente per offrire servizi di questo tipo. Ma il libretto postale resta indubbiamente il “favorito” dagli italiani ancora oggi, in quanto risulta essere la forma di risparmio postale più diffusa.

Anche in un contesto “moderno” come quello attuale, oramai “dominato” da diverse forme di strumenti che utilizzano circuiti come Visa, Bancomat e Mastercard, il libretto postale costituisce la forma più “semplice” di libretto di risparmio, associabile per funzionamento ad uno postale ma con alcune differenze sostanziali.

Rispetto a quest’ultimo infatti quello postale costituisce una forma semplificata di libretto, in quanto non costituisce una forma di strumento atto a sviluppare un rateo di interessi considerevole, di contro i costi sono praticamente nulli ed aggiungere soldi al proprio libretto è semplice e sopratutto gratuito. Essendo munito di IBAN viene spesso utilizzato per l’addebito di bonifici, pensioni e stipendi inclusi, ed è per questo estremamente popolare.

Ecco il libretto postale che vale €300.000: “da non credere”

Anche per questo motivo Poste Italiane ogni anno è costretta a “chiudere” numerosi libretti che non presentano utilizzo, ossia alcuna forma di movimentazione, negli ultimi 10 anni. Tutti i libretti che non sono stati utilizzati in questo lasso di tempo che hanno un saldo superiore a 100 euro vengono chiusi in una data prestabilita, non prima di aver contattato il titolare del libretto considerato oramai “dormiente”.

Se quest’ultimo non decide di effettuare una movimentazione, il libretto viene dismesso e l’importo collegato viene destinato ad un fondo CONSAP, ma i titolari possono comunque fare una richiesta per ottenere soldi indietro. Molti di questi libretti che sono già stati dismessi sono incredibilmente remunerativi, e sono “visibili” attraverso una pagina ufficiale, messa a disposizione da Poste Italiane.

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