Il governo ha previsto delle riduzioni del cuneo fiscale per il mese di settembre. Questo si tradurrà con un aumento – per lo più modesto, secondo gli studi avanzati dai sindacati – della cifra che si percepirà in busta paga per una serie di categorie di lavoratori. Si tratta di una delle misure di sostegno alle famiglie previste dal così detto decreto legge “Aiuti Bis”.
Il taglio del cuneo fiscale avrà effetto sia sugli stipendi che sulle pensioni. Tra gli altri provvedimenti del decreto Aiuti Bis una serie di provvedimenti volti a contenere il costo dell’energia elettrica e del gas. Tra questi, il taglio delle accise sui carburanti fino al 20 settembre, la sospensione della possibilità di modifica unilaterale dei contratti di fornitura, l’abbattimento dei costi degli oneri di sistema sulle bollette e la riduzione dell’IVA sul gas metano per tutti gli usi nei mesi fino a dicembre.
Busta paga: quali sono le riduzioni?
Il governo ha deciso una riduzione del cuneo fiscale mirata alla rivalutazione degli stipendi e delle pensioni per arginare l’impatto dell’inflazione. Maggiormente nello specifico, ci sarà un riduzione del cuneo dell’1.2% in favore dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35mila euro, per i mesi che vanno da luglio a dicembre 2022, inclusa la tredicesima. Sia per i lavoratori dipendenti che per i pensionati è già in vigore dal mese di gennaio 2022 uno sgravio dello 0,8% sui contributi dovuti. Tale sgravio resta confermato fino a fine anno e porta il taglio del cuneo fiscale al 2% totale.
Inoltre sarà anticipata al 1 Ottobre 2022 la rivalutazione del 2% delle pensioni di importo sempre fino a 35mila euro, un passaggio previsto ordinariamente a Gennaio 2023. Purtroppo nella pratica questo non vorrà dire moltissimo, perché gli studi elaborati dalla UIL indicano che per i lavoratori dipendenti questo significherà avere soltanto circa 25 euro al mese in più se si ha uno stipendio fino a 2600 euro netti, mentre l’aumento scende a 12 euro per gli stipendi fino a 1000 Euro.
Rivalutazione pensioni: di quanto aumentano?
Anche la rivalutazione delle pensioni comporta un aumento tutto sommato modesto, e sempre proporzionale rispetto a quello che i pensionati attualmente già percepiscono. L’anticipo della rivalutazione del 2% della pensione costerà allo stato una cifra intorno ai 1.4 miliardi di euro. L’incremento massimo della pensione, su di un lordo di 35mila euro, sarà di 51 Euro Lordi.
Anche in questo caso, seguendo la tabella pubblicata dalla UIL ed elaborata sulla base dei dati forniti dall’INPS, scopriamo che per una pensione di 1049 euro, l’aumento mensile sarà di un importo pari a 20,97 euro. L’aumento è di circa 10 euro ogni 500 euro di pensione percepita: 31.46 Euro per pensioni da 1573 euro, 41.95 per pensioni mensili da 2097 Euro.