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Legge 104, non serve più il 100% di invalidità: ecco la novità

di Vincenzo Galletta

Si è sempre detto che la Legge 104 si riferisce a chi l’invalidità del 100%, ma non è così. Il parametro è stato modificato, vuoi scoprire quali sono i nuovi punti della legge? Continua a leggere.

La legge 104: la nuova percentuale

In realtà non è detto che chi ha un’invalidità del 100% riesca ad usufruire dell’accompagnamento ad esempio, potrebbe essere comunque autosufficiente, quindi ci sono dei parametri da valutare.

Ma rispetto al requisito minimo di invalidità, si deve avere una percentuale superiore al 33,33%,ciò basta per avere i benefici previsti dalla legge. Attualmente  se si tocca questa percentuale, è prevista la concessione gratuita di ausili e protesi. Ma con percentuali di invalidità superiori alla soglia minima i benefici e le agevolazioni possono aumentare.

Infatti ci sono diverse soglie dove si possono avere delle agevolazioni, ecco quali sono:

  • Con un’invalidità dal 46% e in su, scatta l’accesso all’iscrizione al collocamento mirato per i disabili.
  • Dal 51% si aggiunge il congedo per invalidi
  • dal 60% c’è la possibilità di passare alle categorie protette per i lavoratori. Per le percentuali di invalidità sopra il 66% scatta l’esonero dal pagamento delle tasse universitarie per tutti i membri della famiglia
  • Sopra il 67% c’è anche l’esenzione parziale dal pagamento del ticket sanitario.
  • Per la soglia del 74% di invalidità, oltre alla possibilità di maturare dei contributi aggiuntivi ai fini della pensione, l’INPS riconosce  l’assegno mensile di invalidità.
  • Sopra l’80% scatta il diritto al pensionamento anticipato di vecchiaia
  • l’invalidità al 100% viene riconosciuta la pensione di inabilità e in alcuni casi anche l’assegno di accompagnamento. E questo quando non c’è autonomia nella gestione delle faccende quotidiane.

Quindi può sembrare un parametro controverso ma chi ha la 104, può ottenere l’accompagnamento solo se possiede tali requisiti:

  • non possono camminare senza un accompagnatore;
  • non possono compiere gli atti quotidiani della vita.

Il solo riconoscimento dell’handicap non dà diritto all’accompagnamento,  così come non spetta a chi è invalido al 100%, se è autosufficiente. Quindi sono due cose distinte.

L’accompagnamento: ecco cos’è

L’indennità di accompagnamento è incompatibile con alcuni trattamenti riservati ai disabili:

  • altre indennità finalizzate all’assistenza personale continuativa, come l’assegno delle Regioni;
  • le prestazioni per invalidità contratta per cause di servizio, lavoro o guerra.

L’accompagnamento è invece compatibile:

  • con altre prestazioni di assistenza ai disabili, come la pensione di inabilità civile o l’assegno per i disabili parziali.
  • con la pensione di vecchiaia e anticipata o di reversibilità.

Tuttavia è il disabile che può scegliere se avere l’accompagnamento o le cose che sono incompatibili con essa e percepire comunque una somma di denaro idonea.

Quest’anno sia l’assegno mensile di invalidità che l’indennità di frequenza e la pensione di inabilità civile valgono 291,98€ corrisposto ad un invalido al 100% per 13 mensilità uguale a chi supera il 75%. Mentre l’accompagnamento arriva a 525,17€ al mese (rispetto ai 522,10€ del 2021).

Il Governo ha attuato un piano per l’aumento di queste pensione e dell’accompagnamento, che sarà portato a termine nel 2025.

 

Per ottenere la pensione di invalidità, ci sono due step fondamentali:

  • si deve innanzitutto fare domanda all’Inps per accertare la richiesta
  • successivamente si dovrà fare richiesta all’INPS e al datore di lavoro per ottenere i permessi e gli altri benefici della Legge 104 

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