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5 lire

Trova questa moneta da 5 lire e sei ricco: FOTO

di Vincenzo Galletta

La lira italiana ha ancora un enorme potere “culturale” per i cittadini del nostro paese ma data l’importanza che l’Italia continua ad avere in molti ambiti, oltre ad una certa diffusione anche tra i collezionisti di tutto il mondo, sicuramente “incentivati” dalla presenza di emissioni così numerosa in quasi 2 secoli di “carriera”.

La lira infatti ha iniziato ad essere diffusa già da prima dell’Unificazione italiana, adottata ad esempio dai regni del nord dell’epoca pre unitaria, prima di diventare la valuta del Regno d’Italia prima e con la fine della monarchia dopo la seconda guerra mondiale, anche della Repubblica Italiana, che ha rinnovato completamente le emissioni con  molte che sono divenute iconiche nel corso del 20° secolo, come quelle da 5 lire.

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L’emissione da 5 lire repubblicana è molto diversa rispetto a quelle monarchiche, in quanto costituivano emissioni comuni, realizzate in una lega diffusa e comune come l’Italma. La Repubblica Italiana ha sviluppato in tutto due monete da 5 lire, la prima conosciuta come Uva e la seconda, molto più diffusa, nota come Delfino.

La prima è stata coniata nelle prime fasi della Repubblica, dal 1946 al 1950, e rappresenta un grappolo d’uva su uno dei lati, mentre sull’altro è presente una testa femminile che impugna una fiaccola. Rispetto all’emissione successiva, la Uva è molto più rara e se troviamo l’esemplare giusto, possiamo ambire ad un importante guadagno.

Le monete del 1946 e 1947 hanno un valore molto elevato perchè sono molto difficili da trovare. E’ possibile guadagnare 50-80 euro per un esemplare in buone condizioni ma le cifre aumentano di molto per monete che presentano una condizione di conservazione migliore, fino a superare i 1000 euro per una di queste monete in Fior di Conio (una del 1947 può superare i 1500 euro).

La seconda emissione da 5 lire, molto più longeva, è stata anche molto più diffusa, essendo stata coniata dal 1951 al 2000, anche se è stata realmente utilizzata solo fino agli anni 80 del secolo scorso. Facile capire perchè sia chiamata Delfino, in quanto il mammifero marino in questione è la figura che capeggia sul dritto della moneta, che è ancora oggi estremamente diffusa e popolare tra i collezionisti.

Anche questa è realizzata in Italma ed anche questa ha avuto una diffusione capillare ma “discontinua” in quanto la produzione è stata interrotta tra gli anni 1956 e 1965, per questo motivo le emissioni del 1956 sono le più rare in assoluto.

Una moneta da 5 lire del 1956 se in buone condizioni può far guadagnare fino a 80-90 euro, una in eccellente stato diveerse centinaia di euro, anche se il valore più alto si ottiene prevedibilmente con una in Fior di Conio che può far ottenere un guadagno di circa 3500 euro.

L’emissione è facile da riconoscere in quanto evidenzia il disegno del Delfino sul dritto, mentre spicca un timone marittimo sull’altro: spesso le valute “minori” non presentavano figure politiche o allegoriche ma strumenti e animali con una spiccata simbologia. Interessanti anche le 5 lire del 1989 che a causa di un errore di conio presentano il lato con il timone capovolto, rovesciato, queste valgono fino a 40 euro se in condizioni assolutamente perfette.

5 lire delfino

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