La diffusione della moneta elettronica nel nostro paese viene fatta coincidere con il 20° secolo, in primis sotto forma di bonifici tra conti corrente e poi a partire dagli 70 e 80, anche sotto forma di carta di credito e bancomat, che hanno posto le basi al pagamento senza denaro fisico.
Quasi subito le nazioni come l’Italia hanno compreso i vantaggi, come l’aspetto pratico ma anche in quella che è una problematica molto conosciuta quanto difficile da affrontare, vale a dire l’evasione fiscale, che è un problema radicato anche a causa della diffusione dei contanti, molto più difficili da tracciare, ecco perchè nell’ultimo decennio il cosiddetto tetto al contante è stato modificato più volte, sia verso il “basso” che verso l’alto.
Tetto al contante, ecco la decisione del governo: “Assurdo”
Il tetto al contante non è altro il limite disposto dall’esecutivo di turno per le transazioni economiche concepite attraverso il contante. Come detto i contanti sono così diffusi ma anche estremamente “volatili” e difficili da tracciare, condizione che rende anche più difficile da gestire le transazioni.
Se gli ultimi governi hanno di fatto ridotto di anno in anno il limite dei contanti, così da incentivare forme di pagamento elettronico anche per le piccole e medie transazioni, i partiti che compongono la coalizione di centrodestra che oggi costituiscono la maggioranza sono intenzionati ad invertire la tendenza. Il particolare Lega e Forza Italia hanno unito le forze per portare nuovamente il limite a 10 mila euro, quindi molto di più di quello che resterà attivo nel 2022, pari a 2000 euro.
La decisione ufficiale da parte del governo Meloni non è stata ancora presa, ma secondo indiscrezioni il premier scenderà ad un compromesso a metà, a causa anche delle pressioni politiche da ogni parte.
Il limite sarà modificato dal 1° gennaio 2023 è passerà da 2000 a 5000 euro, formula che sarà inserita probabilmente nel Decreto Aiuti Qater.
