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Antiche e vecchie Lire: ecco la classifica di quelle che valgono di più

di Vincenzo Galletta

Oggi parleremo di monete antiche e di quali sono i fattori che influenzano positivamente o negativamente sul valore delle monete: la rarità e lo stato di conservazione.

Ciò significa che più è rara una moneta e maggiore sarà il suo valore e al contrario, più pezzi saranno stati messi in circolazione e minore sarà il suo valore.

Allo stesso identico modo, migliore sarà il suo stato di conservazione e più alta sarà poi a sua quotazione. Quindi, una moneta è ritenuta rara quando di quell’esemplare sono stati prodotti davvero pochissimi pezzi.

Per fare un esempio: una vecchia 100 lire è stata prodotta in 1.000.000 di esemplari per cui di certo non possiamo dire che si tratta di un pezzo raro.

Un’altra moneta, sempre da 100 lire ma di un anno diverso, magari di tipo commemorativo, è stata coniata in 200.000 pezzi e quindi avrà sicuramente un valore maggiore della precedente essendo di gran lunga più difficile trovarla in giro.

Attenzione però ad alcuni casi storici come ad esempio i ritiri dalla circolazione, la rifusione dei pezzi coniati o dispersioni che possono far si che alcune monete potrebbero essere più rare di altre che magari sono state prodotte in una tiratura minore.

Un altro dettaglio fondamentale che può certamente influire sul valore di mercato è il tipo di metallo che viene utilizzato come nel caso delle monete d’argento o della sterlina d’oro.

La classificazione, per quello che riguarda la numismatica italiana, avviene comunque sia tramite alcune sigle:
FDC (Fior di Conio) è lo stato di conservazione migliore di una moneta e si tratta di quei pezzi che non sono mai entrati in circolazione e che sono stati conservati da un collezionista sin da subito;

SPL (Splendido), pezzo che avrà circolato davvero molto poco e che presenta tutti i dettagli ben chiari e non rovinati;
BB (Bellissimo), pezzo che, avendo circolato, presenta dei leggeri tratti di usura;
MB (Molto Bello), pezzo usurato ma che comunque sia risulta ugualmente leggibile ed apprezzabile;
B (bello),  pezzo che presenta diversi difetti con qualche dettaglio non molto leggibile;
D (discreto) pezzo che ha diversi segni di usura tanto da renderlo quasi completamente liscio.

A volte si sente anche parlare di Fondo Specchio: c’è chi erroneamente crede che si tratti di uno stato di conservazione superiore addirittura al Fior di Conio ma invece è semplicemente una particolare tecnica di lavorazione che restituisce un prodotto destinato solo ai collezionisti.

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