Fino a qualche decennio fa telefonare fuori casa era considerato un vantaggio esclusivo delle cabine telefoniche: sebbene i cellulari comparvero negli anni ’80, erano molto costosi a causa della tecnologia molto limitata, e le loro dimensioni erano decisamente troppo ingombranti per essere facilmente trasportati. per questo le cabine telefoniche pubbliche erano disponibili con le carte almeno fino agli anni ’90, e ancor prima che si utilizzassero i gettoni telefonici per effettuare le chiamate. Per i più giovani, questi potrebbero essere “reperti archeologici”, suggerendo che nel giro di pochi decenni la tecnologia è progredita rapidamente al punto da cambiare le nostre abitudini comuni.
Valore simbolico
Questi gettoni hanno ormai un valore puramente simbolico ed è per questo motivo che diventano oggetti da collezione e, poiché dagli anni ’90 sono stati sostituiti dai biglietti da visita, stanno diventando sempre più rari.
Sebbene possano sembrare uguali, ogni gettone ha un numero o un’abbreviazione sulla faccia per indicare il periodo di produzione.
La prima moneta telefonica prodotta ed emessa in Italia fu la famosa moneta Siptel nel 1927. È stato il primo token telefonico ad essere coniato, quindi ha un certo valore. Oggi si vende tra i 60 ei 90 euro, a seconda dello stato di protezione.
Per quanto riguarda le monete, oltre alla rarità, lo stato di conservazione dei gettoni sembra fondamentale. Come oggetti usati di frequente, la maggior parte presenta graffi o altri segni di usura, il che rende difficile trovarne uno in buone condizioni.
Il gettone 7805
Un esemplare con le cifre 7805 riportato sulla superficie è interessante perché non tra i più prodotti ai tempi, ma il valore non è altissimo: di media questo può essere venduto ad un appassionato per 10-15 euro, mentre il valore cala sensibilmente se lo stato di usura/conservazione non è molto curato.
