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Quanto posso dare a mio figlio con bonifico? Attenzione ai controlli

di Vincenzo Galletta

Ti stai chiedendo “Quanto posso dare a mio figlio con un bonifico?”. La domanda è più frequente di quanto pensi, perché con le nuove leggi sull’antiriclaggio trasferire denaro non è diventata un’operazione così intuitiva come lo era prima. Sempre più spesso – per fortuna – capita che i genitori vogliano condividere con i propri figli i proventi di una vendita di una proprietà di famiglia, oppure trasferire loro del denaro per aiutarli nella gestione quotidiana dei conti.

È così diventato sempre più importante conoscere quali sono le leggi attuali che regolano il passaggio di denaro tra i membri di famiglia, e in assenza di un’attività lavorativa che giustifichi lo spostamento di determinate somme. Esistono certamente dei paletti che vanno rispettati, ma attualmente trasferire denaro a un figlio con un bonifico non è una delle operazioni più complicate da fare. Scopriamo insieme a cosa fare attenzione.

Quanto posso dare a mio figlio con bonifico?

Con l’obbligo di legge di non effettuare passaggi di denaro in contate superiori a 1000 Euro, sono diventati molto più frequenti i bonifici di donazione verso i figli da parte dei genitori. La prima cosa da tenere in considerazione è che non esiste un limite di legge alle somme che si possono inviare per bonifico. In genere sono le banche a porre tali limiti, e spesso il limite è l’intera somma presente sul conto corrente.

Posto ciò, si può dire che non esiste nemmeno una somma che non si possa passare ad un figlio attraverso il bonifico. È assolutamente necessario però che – se si tratta di un regalo – nella causale venga posta la dicitura “Donazione”, oppure che altre diciture vengano definite “Fiscalmente irrilevanti”, purché lo siano.

L’attuale legislazione prevede che soltanto le donazioni superiori ad 1 milione di Euro vengano tassate. La tassa in questo caso è del 4% per la somma eccedente il Milione di Euro. Diversamente le somme inferiori non saranno sottoposte a tassazione. Ma ciò non significa che non vadano soggette a controlli.

Bonifico ai figli: per cosa avvengono i controlli

Quando si effettua un bonifico ai figli, bisogna prestare attenzione a diverse cose. Abbiamo infatti detto che le donazioni fino ad 1 milione di Euro non sono tassate, ma la rilevanza della somma che si dona può attrarre l’attenzione del Fisco e creare problemi. Per rilevante si intende una somma che possa impattare in modo significativo sia sui possedimenti del donatore che di quelli del ricevente.

In caso di somme rilevanti di denaro, che impattino significativamente sulla mole di reddito dei figli, è generalmente consigliata la stipula di un atto notarile alla presenza di due testimoni. Questo renderà la donazione non annullabile e certificata da un terzo esterno – il notaio – che svolgerà eventuali pratiche fiscali connesse (imposta di registro, ndr).

È importantissimo anche specificare eventuali donazioni indirette per l’acquisto di un bene. Se un genitore vuole ad esempio aiutare un figlio ad acquistare una casa che altrimenti il giovane non potrebbe permettersi, sarà bene che questa intenzione venga specificata nella causale, del tipo “donazione per acquisto prima casa”. Questo metterà al riparo il figlio da eventuali controlli fiscali per un acquisto altrimenti improbabile e sospetto.

Infine, un genitore deve considerare che quando effettua una donazione ad uno solo dei propri eredi, deve garantire la presenza tra i suoi averi di una cifra simile per gli altri, onde evitare rivendicazioni di azioni di riduzione in quote di legittima da parte degli altri eredi. Una donazione impari ad un erede si intende inattaccabile solo dopo 10 anni dalla morte del donante, termine ultimo entro il quale gli altri eredi possono esercitare l’azione di riduzione.

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