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Busta paga, se fai parte di una di queste categorie avrai un aumento

di Vincenzo Galletta

La busta paga del mese di settembre e quella dei prossimi mesi dovrebbe vedere presente un aumento per determinate categorie di lavoratori. Si tratta di uno dei provvedimenti derivanti dal così detto Decreto Aiuti Bis varato dal governo nelle scorse settimane con l’intenzione di provare a rendere meno complicato un momento in cui l’inflazione è a livelli altissimi, i più alti dal 1985 ad oggi.

Queste misure non riguardano tutti, ma principalmente i lavoratori dipendenti e i pensionati con reddito medio-basso. La soglia è stata infatti fissata a 35mila euro annui. Gli esperti hanno già elaborato tabelle che spiegano come, però, il provvedimento porterà una cifra tutto sommato modesta nelle tasche dei beneficiari.

Riduzione del cuneo fiscale e rivalutazione anticipata delle pensioni

I provvedimenti che porteranno un aumento in busta paga, come abbiamo detto, riguardano lavoratori dipendente e pensionati che percepiscono fino a 35mila euro annui. Ai lavoratori dipendenti verrà applicata una ulteriore riduzione del cuneo fiscale dell’1.2% a quella già attiva da Gennaio 2022 dello 0.8%. Questo porterà la riduzione del cuneo fiscale ad un totale del 2%, applicata dal mese di luglio a dicembre 2022 inclusi, e compresa la tredicesima mensilità.

Ai pensionati invece viene anticipata al 1 Ottobre 2022 la rivalutazione delle pensioni previste per il prossimo gennaio. Anche per questo provvedimento la rivalutazione è del 2%. Ovviamente l’anticipo comporterà una spesa per lo Stato italiano, stimata in circa 14 miliardi di Euro, e non ci sarà ulteriore rivalutazione a Gennaio prossimo.

Aumenti nella pratica: quanti soldi arrivano?

Come abbiamo già detto, per quanto la misura sia costosa in termini di spesa per lo Stato, è destinata ad una consistente fetta del paese ed è tale che l’impatto si stima minimo. Al netto della tassazione da applicare comunque, l’aumento è stimato in circa 25 Euro al mese per le persone che guadagnano meno di 2600 Euro, e scende ulteriormente a circa 12 euro netti al mese per chi è sotto la soglia dei 1000 Euro mensili. Questa determinata progressività applicata in maniera uguale sul lordo paradossalmente potrebbe allargare la forbice.

Discorso molto simile anche per la rivalutazione delle pensioni. Prendendo come base le tabelle elaborate dall’INPS, è possibile apprendere che chi già riceve il massimo (35mila euro annui), avrà circa 51 euro lordi al mese. E anche in questo caso la quota scende con il diminuire del percepito. Chi prende circa 1000 Euro, avrà un aumento intorno ai 20 Euro. Partendo da queste cifre, è abbastanza intuitivo capire che l’aumento segue una proporzionalità diretta: circa 30 Euro alle pensioni da circa 1500 euro, mentre intorno ai 40 Euro per pensioni mensili da 2mila euro (che significano 25mila annui).

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