Le vecchie lire italiane, in particolare le vecchie 5 lire con il delfino, sono diventate oggetti di grande interesse collezionistico e culturale dopo la scomparsa della valuta nel 2002. Queste monete, emesse fino al 2000, sono state ampiamente utilizzate dagli italiani e sono ancora comuni nonostante la progressiva diminuzione della loro circolazione dagli anni ’80 in poi.
La variante con il delfino, del valore di 5 lire, è stata una delle emissioni repubblicane più diffuse e riconoscibili. Questa moneta, con un grosso “5” sopra la figura del delfino, è stata ideata alla fine degli anni ’40 per sostituire la precedente emissione “Olivo” e è stata coniata fino al 1965, per poi riprendere la produzione fino al 2000. L’aspetto particolare di questa moneta, realizzata in Italma, una lega comune basata sull’alluminio, la rende facilmente riconoscibile e di grande impatto culturale.
Sul lato opposto della moneta è presente la figura di un aratro, uno strumento essenziale per direzionare le imbarcazioni, insieme ai simboli di zecca e anno di conio. Alcuni esemplari di queste vecchie lire con il delfino possono valere più di qualche euro, come gli errori di conio del 1969 con il primo “1” capovolto, che possono valere tra i 60 e i 300 euro a seconda delle condizioni. In particolare, le monete del 1956, di cui sono stati prodotti pochissimi esemplari, possono valere tra i 100 e i 3500 euro se in condizioni Fior di Conio.
In generale, le vecchie lire con il delfino sono diventate oggetti di culto per molti collezionisti e appassionati di numismatica, che cercano esemplari rari e ben conservati per arricchire le proprie collezioni. Il valore di queste monete varia in base all’anno di conio, alle condizioni di conservazione e alla presenza di eventuali errori di conio, rendendo l’hobby della collezione di vecchie lire un’attività affascinante e ricca di sorprese per gli appassionati.
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