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Cosa sono i semi di marijuana autofiorenti? – Il Dunque

di Redazione

Negli ultimi anni, si è osservato un crescente interesse e approfondimento delle conoscenze sulle peculiarità della pianta di marijuana. Oltre alle foglie, spesso associate all’immaginario collettivo grazie anche alle scelte artistiche di artisti musicali internazionali come Bob Marley, è importante considerare anche le caratteristiche dei semi di marijuana. Tra queste, spicca la presenza di semi autofiorenti, che si distinguono per la capacità di fiorire in un breve lasso di tempo, tra 2 e 4 settimane al massimo. Questa caratteristica li rende particolarmente apprezzati dai coltivatori, soprattutto da coloro alle prime armi o con risorse economiche limitate, poiché permettono di ottenere risultati significativi senza necessità di apportare grandi modifiche in termini di illuminazione.

I semi di marijuana autofiorenti presentano anche un vantaggio in termini di compattezza, rendendo le piante ideali per la coltivazione indoor e garantendo una maggiore privacy ai coltivatori. Questa peculiarità li rende adatti anche a chi preferisce mantenere la propria attività di coltivazione più discreta.

Storicamente, l’introduzione dei semi autofiorenti nel panorama della cannabis ha radici negli anni ’70, un periodo di grande sperimentazione e innovazione nel settore. Inizialmente poco apprezzati per via del loro aroma poco vigoroso, i semi autofiorenti hanno visto una crescita esponenziale con l’introduzione della varietà Lowryder all’inizio del terzo millennio. Attraverso nove generazioni successive, i breeder sono riusciti a stabilizzare le caratteristiche desiderate provenienti dalla cannabis ruderalis, una varietà siberiana con capacità di crescita rapida in condizioni avverse.

Un altro aspetto importante da considerare quando si parla di cannabis autofiorente sono i terpeni, molecole responsabili dell’aroma distintivo della pianta. Gli esperti e i breeder hanno notato un legame tra i profili terpenici floreali e le piante ottenute da semi autofiorenti, evidenziando l’importanza di questo aspetto nella coltivazione e nella selezione delle varietà.

I semi di marijuana autofiorenti possono essere coltivati sia indoor che in spazi esterni. Per la coltivazione indoor, è consigliato un regime di illuminazione di 18 ore di luce e 6 ore di buio, mentre per la fase di fioritura si può optare per un ciclo di 24 ore di luce continua. Inoltre, grazie alla rapidità di crescita, i semi autofiorenti possono essere piantati praticamente in qualsiasi periodo dell’anno in spazi esterni, evitando però le zone esposte a forti gelate.

Rispetto alle varietà fotoperiodiche, le piante autofiorenti richiedono una quantità inferiore di nutrienti, con una dose standard di fertilizzante commerciale che può essere ridotta della metà. In caso di utilizzo di miscele di terriccio già concimate, non è necessario aggiungere ulteriori nutrienti fino alla fase di fioritura. Queste caratteristiche rendono i semi di marijuana autofiorenti una scelta popolare tra i coltivatori, sia esperti che principianti, che cercano una soluzione efficace e conveniente per la propria coltivazione di cannabis.
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