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Libretti postali, ecco la pessima notizia: ecco cosa succede

di Vincenzo Galletta

Anche se l’argomento “denaro” è inevitaiblmente fondamentale per ogni forma di cittadino, solitamente la popolazione italiana non è troppo interessata alle parole inflazione, investimento ed altri termini legati al mondo finanziario. Tuttavia “mettere da parte” i propri risparmi in modo che non perdano valore è qualcosa di conclamato, ed ecco perchè i libretti postali rappresentano una forma di strumento estremamente diffusa nel nostro paese da molti anni. Ma cosa sono?

Cosa sono?

Si tratta, semplificando molto, di una forma “limitata” di un tradizionale libretto di risparmio bancario o buono fruttifero, messo a disposizione da Poste Italiane, che costituisce la “famiglia” di strumenti creati proprio per fornire al cittadino uno strumento sicuro e non dispendioso a mo di salvadanaio. Il libretto postale infatti è “controllato” dallo Stato Italiano che fa anche da “garante” e non può essere pignorato. Oltre a questo, non presenta costi in fase di apertura e chiusura, ed essendo munito di IBAN, può essere utilizzato per ricevere l’accredito di stipendio e pensione (non a caso è lo strumento naturalmente adibito a quest’ultima funzione).

Libretti postali, ecco la pessima notizia: ecco cosa succede

Non hanno costi fissi come detto, ma bisogna pagare l’imposta di bollo una volta all’anno se la giacenza media è maggiore di 5000 euro. Tuttavia anche i libretti postali hanno una sorta di “scadenza” se non utilizzati per un periodo di 10 anni, e se presentano un saldo di almeno 100 euro. In questo caso Poste Italiane decise di organizzare i libretti chiamati dormienti e predisporli alla chiusura se non movimentati entro una data prestabilita e comunicata attraverso una comunicazione cartacea spedita presso tutti i titolari di questi strumenti “in scadenza”.

Per il 2022 il termine ultimo è “scattato” lo scorso 21 giugno, e tutti quelli dormienti sono stati sottoposti a chiusura. Gli importi associati vengono spostati su un fondo CONSAP, ma i titolari possono comunque riottenere i propri soldi dal fondo attraverso una comunicazione scritta.

I libretti postali dormienti al 2022 possono essere “consultati” presso questo indirizzo.

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