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Se trovi queste vecchie 5 lire in casa non buttarle: ecco perché

di Vincenzo Galletta

Hai trovato delle vecchie 5 lire in casa? Potrebbe valere la pena di non buttarle e conservarle. Forse non sai che le vecchie monete acquisiscono valore col tempo, anche se molte di esse per il loro essere tanto comuni non valgono tantissimo. In questo articolo parliamo di una moneta che ha significato moltissimo per un lungo periodo della storia d’Italia: le 5 lire con il delfino.

Se sei stato particolarmente fortunato, le 5 lire che hai trovato potrebbero valere una piccola fortuna. Il valore nominale di questa moneta le fece finire nei cassetti di famiglia e nel dimenticatoio diversi anni prima del ritiro della Lira per il passaggio dell’Euro. Le 5 lire venivano infatti usate moltissimo tra gli anni ’50 e ’60, ma il boom economico le relegò tra gli “spiccioli” molto presto, fino a renderle pressoché inutilizzabili.

La 5 lire con il delfino: la moneta

Giusto per essere sicuri che stiamo parlando della stessa moneta, procediamo ad una descrizione dettagliata della 5 lire con il delfino. Realizzata nella lega “classica” delle monete italiane, la Italma, questa è una delle più piccole diffuse. Ha diametro di soli 20.3 millimetri e pesa 1 grammo. La 5 lire è stati per tanti anni la moneta dal valore nominale di valore inferiore diffusa in Italia: venne prodotta dal 1951 al 2001 con una sosta di qualche anno a cavallo del 1960.

Simboli ed incisione non sono però mai cambiati. Il dritto è caratterizzato dalla presenza di un delfino in basso, rivolto verso destra, con il 5 del valore nominale al centro della moneta, nonché il monogramma della zecca di Roma (R) e il millesimo dell’anno di conio. Dall’altro lato, sul rovescio, il timone di una barca e la scritta per esteso “Repubblica Italiana”, e infine il nome dell’autore Romagnoli.

Vecchie 5 lire: perché non buttarle

Il motivo per non buttare le vecchie 5 lire con il delfino è il fatto che alcune di esse possono essere di un certo valore. Premettiamo che la maggior parte di queste monete arriva a valere tra 1 e 2 Euro soltanto se in stato Fior di Conio, e cioè conservate perfettamente, praticamente mai circolate. Parliamo della quasi totalità delle monete coniate tra 1970 e il 1988.

Hanno invece un certo indice di rarità le 5 lire coniate nel 1956, dopo il “boom” dei circa 600 milioni di esemplari coniati nei primi anni, in quell’anno ne vennero prodotte sole 400.000. Una di queste monetine, anche solo in buone condizioni, vale oggi ben 50 Euro. Ma tenetevi forte: se in fior di conio la sua valutazione può arrivare fino a 3500 euro, con valutazioni intermedie per gli altri stati di conservazione.

Dobbiamo poi necessariamente citare i due “errori di conio” riconosciuti di questa moneta. Parliamo della moneta del 1969 con il numero “1” del millesimo capovolto, che ha un valore molto elevato, intorno ai 100 Euro;  e della versione con il timone capovolto realizzata nel 1989, che vale oggi circa 20 Euro in stato FdC, ma venduta all’asta spesso per cifre molto più alte.

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