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Bancomat, ecco la dichiarazione che tutti aspettavano: “pazzesco”

di Vincenzo Galletta

Tutti gli strumenti, anche quelli molto diffusi ed utilizzati per molto tempo per continuare a “sopravvivere” devono essere adattati ai nuovi contesti e sopratutto devono risultare “utili”. Il Bancomat in senso generale, inteso come “strumento per prelevare contante” il più delle volte, è una delle forme di pagamento elettronico e più in generale, circuito digitale di pagamento più comuni nel nostro paese. Ma come accennato, è destinato a cambiare.

Bancomat ha permesso ad una iniziale sparuta platea di cittadini di utilizzare il proprio conto corrente in maniera “digitale”: risale agli anni 80 la prima vera diffusione del circuito Bancomat, che ha messo a disposizione nel giro di pochi anni la possibilità di effettuare operazioni attraverso gli ATM, ossia gli sportelli automatici legati alle banche, nonchè di pagare in maniera digitale attraverso l’ausilio di una tessera. Ancora oggi infatti, data la natura di “precursore”, il termine Bancomat viene utilizzato in maniera generica, per definire ogni forma di pagamento con tessera.

Anche se parzialmente “messo in ombra” dalla diffusione delle carte prepagate e carte conto che hanno iniziato a diffondersi a partire dal nuovo secolo, Bancomat mantiene un forte status, in quanto legato a numerose banche.

Bancomat, ecco la dichiarazione che tutti aspettavano: “pazzesco”

I cambiamenti sono figli del tempo attuale, e la minore presenza di ATM sul territorio nazionale è uno dei principali fattori che ha spinto Bancomat SpA a riconsiderare alcuni elementi, come la commissione interbancaria, attualmente fissa a 49 centesimi di euro per singola operazione. La commissione interbancaria è sostanzialmente l’importo aggiuntivo che viene richiesto quando si effettua un prelievo da una banca che non appartiene al nostro circuito. Bancomat SpA ha proposto ufficialmente di eliminare questa forma di tariffazione fissa e di sostituirla con una metodologia “flessibile”, che di fatto conferisce alle singole banche la possibilità di scegliere l’importo relativo. Entro il prossimo mese di novembre l’Antitrust dovrà pronunciarsi in merito, ma se la richiesta sarà accolta, gli importi delle commissioni potrebbero subire un netto incremento.

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