Dall’invenzione e dallo sviluppo del denaro nella sua forma “fisica” più variegata (lingotti, monete e successivamente banconote) fin da subito trovare un luogo dove “conservare” i risparmi, indifferentemente dallo stato sociale e dalle possibilità personali, è stato un fattore fin dal principio. A partire dal 20° secolo anche la “gente comune” ha necessitato di tale locazione, e solitamente ha fatto affidamento alle banche, che hanno messo a disposizion strumenti come i libretti di risparmio. I libretti postali costituiscono una variante direttamente concepita da Poste Italiane addirittura a partire dal 19° secolo che oggi per diffusione rivaleggia con gli strumenti bancari.
Cosa sono?
I libretti postali infatti sono molto comuni principalmente per due ragioni: non hanno costi in quasi tutti i casi, e non presentano condizioni. Praticamente ogni forma di cittadino può aprire un libretto postale in qualsiasi momento è può dismetterlo gratuitamente allo stesso modo. Si tratta di strumenti non pignorabili e garantiti dallo stato italiano, dotati regolarmnete di IBAN, risultando utili anche per “stipare” pensione e stipendio.
Questi libretti postali ti renderanno ricco: ecco quali sono
A proposito di dismissionee, Poste Italiane non tiene “in vita” i libretti postali per sempre, se questi non risultano utilizzati per un lasso di tempo comunque non indifferente, pari a 10 anni. Il modus operandi di Poste Italiane infatti prevede la dismissione automatica se un libretto che ha un saldo di almeno 100 euro non presenta movimentazione così a lungo: in questo caso diventa dormiente e viene programmata la chiusura dello stesso in una data specifica. Per quanto riguarda il 2022, lo scorso 21 giugno tutti i libretti dormienti sono stati chiusi ma gli ex titolari hanno la possibilità di richiedere il denaro indietro attraverso una rischiestra scritta presso il fondo CONSAP, ossia la destinazione degli importi un tempo legati ai libretti.
L’elenco di tutti i libretti postali dormienti è raggiungibile presso questo indirizzo.