A partire dall’istituzione della Repubblica Italiana, a pochi mesi dalla fine del secondo conflitto mondiale, nel 1946, la lira sotto il nuovo ordinamento ha subito profondi cambiamenti rispetto alle monete utilizzate fino a quel momento: vecchi “tagli” monetari sono stati rivoluzionati mentre altri hanno fatto la loro comparsa di li a poco. La 50 lire costituisce una emissione molto importante ed ugualmente diffusa per tutta la seconda metà del Novecento, in particolar modo nella sua raffigurazione più comune, conosciuta come Vulcano.
Moneta comune
Il termine Vulcano arriva direttamente dalla rappresentazione più comune che evidenzia il dio Vulcano (l’equivalente romano del dio greco Efesto) mentre è intento a lavorare ad un incudine, simbolo di lavoro.
Questa emissione è stata coniata in grandi quantità dal 1954 fino al 1989, quando è stata sostituita dall’omologa variante piccola, poco fortunata ed apprezzata. Sul lato di Vulcano è presente l’anno di emissione, il valore nominale di 50 lire e il simbolo della Zecca (una R), mentre l’altro lato è riconoscibile per il profilo di una donna, circondato dalla dicitura della Repubblica Italiana.
E’ stata utilizzata una lega composta da ferro e cromo, a quei tempi estremamente diffusa, conosciuta come acmonital.
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Prima della produzione di massa, la zecca ha sviluppato diverse emissioni di prova, a partire dal 1950 fino al 1954. Una di queste è particolarmente ambita ed ha un valore medio di €5000 euro a causa di una rarità particolarmente spiccata. L’emissione è molto simile a quella “finale”, con la differenza estetica data dalla scritta Prova sul lato di Vulcano. Alcuni anni fa un esemplare perfettamente conservato (Fior di Conio) è stata venduta per poco più di 6000 euro.
Esiste anche una versione di prova senza scritta, ma riconoscibile per una sorta di bordo interno perlato, che vale comunque oltre 2000 euro se in condizioni assolutamente perfette.
