Buona parte della popolazione italiana decide quasi naturalmente di “mettere da parte” delle somme di denaro quando il contesto economico e sociale lo consente. Gli italiani sono un popolo che si è rivelato quasi inaspettatamente di risparmiatori anche se spesso si tratta di risparmio pigro, ossia concepito su una base spesso non conveniente per il lungo periodo. Il denaro infatti non rappresenta qualcosa di stabile e fisso nel valore, ma è influenzato da numerose dinamiche, come l’inflazione che riduce considerevolmente il potere d’acquisto del denaro, e anche se può sembraree strano, anche mantenere il denaro sul conto in banca, non è la scelta migliore.
Conto in banca, attenzione ai vostri risparmi: ecco come difendersi
Soprattutto in questi ultimi anni, anche il contesto bancario appare in “subbuglio” e anche se il Fondo Monetario Internazionale tutela ogni risparmio bancario fino a 100.000 euro anche in caso di fallimento di una banca, tenere il denaro sul conto non è il metodo migliore, anche per le dinamiche accennate.
Anche in condizioni di stabilità economica il rischio è di non poter sfruttare il potere d’acquisto dei soldi che abbiamo faticosamente “messo da parte” in precedenza, a causa soprattutto della stagnazione. Anche chi è alle prime armi in fatto di risparmio sa che il denaro deve essere “movimentato” per ottenere un minimo di profitto.
Tenere i soldi in banca quindi è sicuro ma non remunerativo, e considerati gli alti livelli di inflazione, questo può far decadere il potere d’acquisto anche del 20 % sui risparmi tenuti sul conto di una decina di anni fa.
Mantenere il proprio denaro in banca inoltre rende “bersaglio” di Pignoramento ed eventuali trattenute bancarie, perchè in molti casi bisogna anche pagare il servizio che ci permette di avere soldi “al sicuro” ad esempio attraverso l’imposta di bollo, una tassa statale che va pagata ogni anno, e che costa 34,20 euro all’anno per i correntisti e 100 per le imprese.