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Quanto consuma una vecchia 500? La risposta lascia senza parole

di Sandra Di Garbo

Era il 4 luglio del 1957 quando venne presentata la Fiat 500, nota anche come ‘Nuova’ 500 in quanto destinata a sostituire la “vecchia” 500 ‘Topolino’ dell’anteguerra.

Questa macchina fu progettata da Dante Giacosa, mentre il design fu opera di Giuseppe Alberti sulla base dello stile elaborato dal carrozziere tedesco della NSU, a quei tempi consociata di Fiat in Germania.

La Fiat 500 rappresentava la conclusione di un progetto tanto desiderato, la macchina era lunga 297 cm e larga 132 cm e alta 133 cm. Tra le caratteristiche vi erano gli pneumatici da 12 pollici abbinati ai cerchi color panna, il tetto in tela con il lunotto in celluloide e l’abitacolo.

Il ‘cuore pulsante’ era però il suo motore 500 bicilindrico in linea da 13 CV di potenza, che è era disposto in senso longitudinale al retrotreno, con le valvole in testa e con il raffreddamento ad aria.

Nel 1965 avviene poi una significativa evoluzione, con l’avvento della nuova 500 in cui venne fatta una modifica evidente che riguardava l’apertura delle portiere non più controvento e il parabrezza che risultava leggermente più alto. La bella 500 migliorava e si rinnovava diventando una vera icona di stile.

Segue infatti poi l’evoluzione della società partecipando a trasformazioni storiche quali ad esempio l’emancipazione femminile e diventando anche la seconda auto di famiglia, l’auto delle donne e per i figli appena patentati.

Questa 500 fu proposta al prezzo base di 490.000 Lire, ovvero pari a circa un anno di stipendio medio di un qualsiasi operaio e, nonostante fosse disponibile anche un finanziamento con cambiali mensili da 20.000 Lire, essa non riuscì a raccogliere subito il successo aveva sperato. Innanzitutto per via del prezzo di listino giudicato molto alto, dato che costava soltanto 100.000 Lire in meno rispetto alla più grande e certamente più comoda Fiat 600.

Quanto consuma la vecchia 500?

Una 500 in ordine ed originale aveva un propulsore che consentiva al veicolo di raggiungere una velocità massima di 85 km/h, invece il consumo medio di carburante ammontava ai 4,5 litri per 100 km, cioè circa una ventina di chilometri con il litro di benzina, indipendentemente dal modello di cui si sta parlando. Il resto della meccanica prevedeva poi il cambio a quattro marce, quattro sospensioni completamente indipendenti e la trazione posteriore.

Questa vettura era un vero sogno per tutti, nell’Italia proiettata verso il benessere era infatti l’oggetto del desiderio condiviso: dal viaggiatore di commercio al medico di base, dalla mamma casalinga all’operaio, fino anche a coinvolgere le giovani coppie con il forte desiderio di viaggiare.

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