Viviamo in quella che viene definita “l’era del digitale”, processo che è iniziato oramai da diversi anni e che si trova in una fase considerabile clou sotto molti punti di vista, dato che anche un concetto fondamentale come il denaro e la conseguente capacità di gestire le proprie finanze in modo quasi totalmente autonomo ha contribuito ad un netto “taglio rispetto al passato”. Per fare un esempio aprire e gestire un conto in banca oggi risulta essere molto più semplice rispetto al passato, e anche i costi, tendenzialmente sono ridotti. Tuttavia come impariamo fin da giovanissimi, le banche devono comunque trarre un guadagno, ecco perchè esistono vari costi che sono applicabili anche sui conti gratuiti.
Conto in banca: cosa succede se supero i €5000? “attenzione”
Un esempio è dato dall’imposta di bollo, una sorta di tassa applicata su qualsiasi strumento di gestione economica, ed è sviluppata dall’Agenzia delle Entrate, e quindi dallo stato italiano. Questa si applica in maniera differente da chi è l’effettivo titolare del conto (ma l’imposta di bollo va pagata anche per i detentori di carte prepagate o simili). Qualsiasi conto che presenta una giacenza media pari o superiore a €5000 è soggetta al pagamento di questa imposta.
Si tratta di un pagamento su base annua di:
- 34,20 euro annui se il cliente è una persona fisica oppure se è un cointestatario o una ditta individuale;
- 100 euro annui se si tratta del conto corrente o deposito se si tratta “non” di una persona fisica, ad esempio una società.
Nella maggior parte dei casi l’importo viene “scalato” in automatico, dal conto, una volta all’anno. Ma come viene calcolata la “giacenza media”? Rappresenta la somma delle giacenze giornaliere per 365 giorni, e le giacenze giornaliere rappresentano il saldo attivo/passivo di ogni giorno. Com’è logico, qualsiasi importo minore alla giacenza media non è tenuto a pagare questa forma di imposta che è obbligatoria anche ad esempio per le giacenze delle carte prepagate come la Postepay.