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Contanti, attenzione ai prelievi: ecco tutte le regole da sapere

di Vincenzo Galletta

Per (quasi) tutti i contanti rappresentano il “denaro” nella sua forma più tangibile e “sicura” anche se da anni la tendenza è rappresentata da una sempre maggior diffusione di metodi di pagamento e “conservazione” del denaro che non fanno uso della moneta “liquida”. I contanti infatti sono decisamente difficili da tracciare e anche dal punto di vista della sicurezza sono portati ad essere utilizzati per eludere i controlli fiscali, favorendo quindi l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e il lavoro nero.

Più digitale, meno fisico

A causa di questi fenomeni da oramai oltre un decennio la tendenza è di “favorire” la moneta elettronica, ecco perchè il contante viene sottoposto ad una serie di limitazioni proprio per ridurre il più possibile la circolazione. I prelievi di contanti sono infatti regolarizzati dalle banche ma devono sottostare ai controlli da parte dello stato e degli enti adibiti, come l’UIF, l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia che nello specifico “investiga” su eventuali tracce che portano al riciclaggio di denaro.

Contanti, attenzione ai prelievi: ecco tutte le regole da sapere

Ogni operazione economica/finanziaria per tutto il 2022 effettuabile con i contanti non può essere superiore ad un importo da 2000 euro, anche se rateizzato, questo limite inoltre è destinato ad essere dimezzato a partire dal 2023. Cosa significa per chi preleva? Generalmente non si hanno problemi particolari se si resta nel limite mensile dei 10 mila euro, tendenzialmente soglia molto al di sotto della media dei cittadini, oltre questo limite scattano i controlli.

Solo gli imprenditori devono stare più attenti a non sforare il già citato limite giornaliero. Chi effettua operazioni che superano questa soglia, così come quella dei 10 mila euro mensili viene sottoposto a controlli specifici da parte dell’Agenzia delle Entrate. Se poi risultano effettivamente delle irregolarità sono previste delle multe che partono da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 50.000 euro.

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